Ai maestri - waykis del Salka infinito. Gratitudine

E sono di nuovo qui, in una delle bolle senza tempo che sapete creare colmandole 

d'amore, intessendole di dolcezza, rispetto, grande capacità di accoglienza.

Salkawasi, Molino.

Sono qui, come in un altro pianeta, in un mondo parallelo.

Qui. Circondata di vita che germoglia. 

"Salk'a: energia di vita. Esperienze nella mistica naturale andina" Il nuovo libro edito da Biblion edizioni, Milano

                               Nella foto di copertina: Gayle Yabar in connessione con il fiume

E' ora cosa concreta la raccolta di esperienze ispirate alla spiritualità ancestrale delle Ande secondo l'energia Salk'a, la forza vitale libera e non-addomesticata che è alla base della vita. Il libro si compone di racconti, riflessioni su una visione del mondo che esprime la relazione necessaria e nutritiva con la natura e le sue forze, di grande aiuto per il nostro presente e il futuro. 

Si parla delle Comunità native e della loro cultura che si esprime nei rituali, nei tessuti, nel loro modo di intendere l'esistenza, attraverso la mediazione per noi indispensabile dei maestri andini don Americo e Gayle Yabar, da sempre immersi in quel contesto, in quella rete di relazioni umane intense e semplici. 

A chiusura del libro la silloge poetica fiorita durante le esperienze dirette dell'autrice. Sono orgogliosa di presentarvi questo lavoro a lungo meditato, forgiato nell'anima e nel cuore. Spero possa trasmettervi tutto il bene che a dato a me, viverlo e scriverne.

Festa con la vicina Comunità a Salkawasi

 

Festa d'inizio anno a Salkawasi 

 

 

 

Gayle Yabar prepara la distesa di doni 

per i bambini e le loro famiglie

  

 

Pane, dolci di mais, bevanda al cioccolato 

e semplici giocattoli

 Settembre 2023 - Esperienza Salk'a 

 

Un grande cerchio nel prato, sotto i salici dalle foglie cantanti

per il vento Waira che ha portato carezze e frescura

 nei caldi giorni d'inizio settembre.

Uno spazio e un tempo per favorire la percezione del nostro legame vitale con le forze naturali, 

sentirci più vivi, insieme, 

a condividere un sentimento essenziale dell'esistenza, 

oltre le strutture del pensiero che definisce e circoscrive 'chi siamo' 

secondo la personalità individuale o i ruoli sociali.

 

   

 

 

 Una nuova, rara e preziosa opportunità 

per vivere in Italia l'esperienza Salk'a

con don Americo e Gayle Yabar 

Un gioco serio, e a mio parere anche sacro, per allenarsi a sentire come la forza vitale sia presente tutto intorno a noi e scorra come fonte inesauribile che pervade ciò che gli andini chiamano Cosmo Vivente.

Percepire il contatto con la natura, con la terra Madre e con il Cielo, rinnovare la relazione con i nostri simili in modo più libero e spontaneo, per aprirci a una visione del mondo dove sia possibile attuare uno scambio nutritivo, gioioso, semplice e amorevole con tutto ciò che esiste.

Questa è l'esperienza che i maestri andini portano a noi attraverso una originale interpretazione, per rendere più immediatamente accessibile alla nostra cultura gli insegnamenti appresi dai maestri andini delle comunità più antiche, vivendo da sempre a stretto contatto con loro, in condivisione fraterna.

Il lato salk'a è la nostra dimensione energetica libera e non-addomesticata, che sostiene in effetti la parte ordinaria e addomesticata della vita, necessaria a sua volta nella pratica d'ogni giorno.

Don Americo e Gayle ci accompagnano e guidano con una proposta semplice e accessibile a tutti, di grande intensità, attraverso movimenti energetici, meditazioni, conversazioni e scambi nel gruppo.

Ricorda...sei figlio di questa Terra Madre, di questo Cosmo Infinito

Amica mia

Voglio portarti

A sedere

Sulle rocce e sul muschio

Perché la terra assorba

Ogni tristezza e pena.

Ti porterei alla riva del lago

o del mare

Perché tu possa

lasciarti accarezzare dalle onde;

esposta al vento

che spazzi via i pensieri

e riaccenda fuochi

di piccole passioni.

Ti presenterei al sole

E alla luna

E ti dedicherei

Tutte le stelle del cielo.

 

Altitudini

“Il vento gli arruffava i capelli e sgomberava i  pensieri.

Una cima raggiunta è il bordo di confine tra il finito e l’immenso.

Lì  sperimentava la vertigine, che in lui non era il risucchio del vuoto verso il basso , ma affacciarsi sul vuoto all’insù. 

Lì sulla cima percepiva la divinità che si accostava. Lassù si avvolgeva il vento. Una sommità senza urto di masse d’aria addosso è spaventosa. 

Perché l’immenso sta trattenendo il fiato.

Era felice al vento, lo accoglieva in ascolto. 

Era di quelli che afferrano una frase dove gli altri intendono solo chiasso.“

(Erri De Luca)