“Il vento gli arruffava i capelli e sgomberava i pensieri.
Una cima raggiunta è il bordo di confine tra il finito e
l’immenso.
Lì sperimentava la
vertigine, che in lui non era il risucchio del vuoto verso il basso , ma affacciarsi
sul vuoto all’insù.
Lì sulla cima percepiva la divinità che si accostava. Lassù
si avvolgeva il vento. Una sommità senza urto di masse d’aria addosso è
spaventosa.
Perché l’immenso sta trattenendo il fiato.
Era felice al vento, lo accoglieva in ascolto.
Era di quelli
che afferrano una frase dove gli altri intendono solo chiasso.“
(Erri De Luca)
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